sabato 23 novembre 2013

L'Umanesimo Buddista nell'insegnamento di Nichiren

Conviviale del 22 novembre 2013
Ristorante Delfino Verde - Lavagna
Ospite: Dott. Mauro ANASTASI



Serata all’insegna della gastronomia africana e del pensiero orientale quella di ieri sera. Mohammed, gestore del Delfino Verde, ci ha servito un eccellente antipasto seguito da un couscous marocchino. Il dott. Mauro Anastasi, invece, ci ha intrattenuti su un tema, il Buddhismo, che è sempre più di attualità e che incuriosisce la gente anche perché molti personaggi del mondo dello spettacolo, come Richard Gere, o dello sport, come Roberto Baggio, hanno abbracciato e fatto conoscere questo pensiero che, forse impropriamente, possiamo definire filosofico-religioso.
“L’umanesimo Buddhista nell’insegnamento di Nichiren”: questo è il titolo impegnativo proposto dal dott. Mauro Anastasi.
Mauro Anastasi si è convertito al buddismo nel 1981,  è entrato a far parte della associazione italiana affiliata alla Soka Gakkai Internazionale offrendo il proprio contributo alla diffusione dell’insegnamento di Nichiren, monaco vissuto in Giappone nel XIII sec., fino alla costituzione dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (I.B.I.S.G.), ente religioso riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica del 20 novembre 2000 che conta oggi circa 50.000 membri.
Attualmente è responsabile regionale e membro della Consulta Nazionale dell’I.B.I.S.G.

La prima domanda alla quale il relatore risponde è: cos’è il Buddhismo e a cosa credono i buddhisti?
Il Buddhismo nasce in India intorno al VI° sec. A.C. e si diffonde come tradizione orale successivamente in Cina, accanto al Confucianesimo e al Taoismo, in Giappone, in Tibet e altri paesi dell’Estremo Oriente. Proprio in quello stesso periodo nascono e si diffondono i pensieri di Confucio, Socrate, Isaia. In temi più recenti e grazie anche alla globalizzazione, questa dottrina viene diffusa in Occidente.
Tutto ebbe inizio quando Buddha, figlio di un re, meditando sotto un albero, ebbe la visione di un cadavere, poi di un anziano, poi di un ammalato. Le stagioni della vita. Siddharta, il Buddha Śākyamuni, ne predica la dottrina per la quale la vita è essenzialmente sofferenza. La strada per sospendere questa condizione di insoddisfazione è la pratica del distacco dalle cose del mondo materiale. Se vivere è desiderare, e il desiderio causa dolore, bisogna smettere di volere e bramare per smettere di soffrire. Cioè praticare il distacco ascetico dalla realtà materiale, per trovare la pace dei sensi. Per i Buddhisti tutto è permeato di spirito, e la meditazione consente di diventare una sola cosa con la realtà dell’intero universo. L’uomo è il risultato delle interazioni con il mondo che lo circonda sia esso umano, materiale o spirituale. Ogni attimo della vita è irrepetibile. Tutto è concatenato come causa=effetto. Un foglio di carta è il risultato di seme, di una pianta, di un albero, di un tronco macinato, trasformato, poi scritto, buttato, riciclato, ecc. lo tiene unito il ciclo di vita in continuo divenire.
Referenti filosofici del Buddhismo sono, in epoche successive, l’umanesimo di Socrate e di S. Agostino, per i quali la verità risiede nel cuore dell’uomo; Schopenhauer, che predica la necessità del distacco dal bisogno e del superamento dei desideri che animano la volontà, proponendo un ideale di vita ascetico; Cartesio, che pratica il dubbio metodico e invita l’uomo a fidarsi solo ed esclusivamente di ciò in cui crede per sola, provata esperienza.
Insomma, il Buddhismo è vicino anche all’illuminismo ateo e allo scientismo.  Einstein affermò che questo pensiero filosofico che non nega, anzi afferma, il materialismo, è quello più vicino allo sviluppo delle scienze.
Il Buddhismo, in quanto atteggiamento filosofico, può definirsi antimetafisico, perché contiene continui richiami all’esperienza concreta di vita degli uomini, rifiutando sistemi onnicomprensivi ed autoesplicativi del reale.
Il Buddhismo Nichiren, sul quale il relatore si sofferma, è l'insieme di scuole buddhista giapponese che fanno riferimento alla figura e agli insegnamenti del monaco buddhista Nichiren, vissuto in Giappone nel XIII sec. Il Nuovo Umanesimo di Nichiren, che ha iniziato ad essere predicato solo pochi decenni fa dal monaco Silo, può essere preso come proposta per fronteggiare la crisi globale di valori e di riferimenti che investe l’universo degli uomini. Qui ci si riferisce all'idea di compassione verso la sofferenza di tutti gli esseri ed all’atto morale che si sintetizza nella frase: "Tratta gli altri come vorresti essere trattato".
Ma qual è il contributo che può apportare il Movimento Umanista alla costruzione della nazione umana universale? Perché Movimento Umanista, perché Nuovo Umanesimo? Per noi, l’umanesimo che appare con forza in Europa in epoca rinascimentale e che pone al centro di tutto l’essere umano e la sua dignità, non è un fatto esclusivamente europeo. Esso era già presente in altre culture. Certo, veniva chiamato in altro modo, dato che altri erano i parametri culturali di riferimento, ma non di meno esso era implicito sotto forma di “atteggiamento” e di “prospettiva” di fronte alla vita.
Infine, il relatore ha concluso facendo un parallelo tra il pensiero buddhista e la prova delle quattro domande del Rotary e ha scoperto che tra i due c’è piena convergenza di significato etico. Chi l’avrebbe detto?

Al termine dell’applaudita relazione – che lo scrivente non pretende di essere riuscito a sintetizzare esaurientemente – diversi sono stati gli interventi dei convenuti. In particolare, il dott. Anastasi ha chiarito come, in termini pratici, si pratica e si coltiva questa religione o filosofia di vita che raccoglie sempre più ampi consensi anche in Occidente.
Infine, il Presidente, ringrazia il dott. Anastasi e la sua gentile signora Elisabetta e consegna in omaggio il volume della “Sedia di Chiavari” e il classico gagliardetto del Cub.

Roberto Napolitano

sabato 16 novembre 2013

Pasquale Rotondi: un salvatore dell’arte

Conviviale del 15 novembre 2013
Ristorante Delfino Verde - Lavagna
Ospite: Prof. Giovanna ROTONDI TERMINIELLO


Venerdì 15 novembre, presso il ristorante ristorante Delfino verde di Lavagna abbiamo avuto il piacere di ospitare come relatrice la professoressa Giovanna Rotondi Terminiello, figlia del Professor Pasquale Rotondi, importante storico dell'arte famoso per aver salvato durante la guerra numerose opere d'arte.


Laureato in lettere presso l'Università di Roma con una tesi su Pietro Bernini, operò come Ispettore alla Soprintendenza all'Arte Medievale e Moderna di Ancona dal 1933 al 1938, anno in cui gli venne affidata la direzione della Galleria Nazionale di Arte Antica a Roma.
Nel 1939, nominato Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche, fu incaricato dal Ministro dell'Educazione Nazionale Giuseppe Bottai su idea del funzionario Giulio Carlo Argan - amico di Rotondi - di individuare, trasportare e custodire in un luogo sicuro un cospicuo numero di opere d'arte per proteggerle dai rischi della guerra imminente. Tale operazione di salvataggio, condotta nella massima segretezza ed avventurosamente coordinata da Rotondi nel corso dell'intero conflitto, permise di salvaguardare da distruzioni e razzie quello che fu da lui stesso definito "il raggruppamento di opere d'arte più importante mai realizzato al mondo".
Rotondi dapprima scarta Urbino poiché sede di un grande deposito dell'aeronautica, quindi possibile obiettivo militare. In seguito individua come luoghi idonei alla custodia la Rocca di Sassocorvaro nel Montefeltro e il Palazzo dei Principi di Carpegna. Al diffondersi della notizia tra gli addetti ai lavori, le opere da nascondere cominciano ad arrivare dai musei e dalle chiese di VeneziaUrbinoPesaroFanoAnconaLagostaFabrianoJesiOsimoMacerataFermoAscoli Piceno. Nei successivi anni furono nascoste circa 10.000 opere d'arte fra le quali dei capolavori di GiorgioneGiovanni BelliniPiero della FrancescaPaolo UccelloTizianoCarlo CrivelliCarpaccioMantegna e Raffaello.
La vicenda è rimasta nell'ombra per 40 anni, fino a che non è stata riportata alla luce nel 1984 grazie all'iniziativa del sindaco di Sassocorvaro Oriano Giacomi.
Al termine del conflitto rimase alcuni anni ad Urbino, continuando a svolgere la sua opera di Soprintendente ed insegnando Storia dell'Arte presso la locale Università. Dal 1949 al 1961 fu Soprintendente a Genova, contribuendo alla ricostruzione della città dopo la guerra. In questo periodo pubblicò un libro sul Palazzo Ducale di Urbino e uno sulla Storia dell'arte italiana, continuando a insegnare Storia dell'Arte al liceo Vittorino da Feltre e all'Università di Genova. Nominato nel 1961 direttore dell'Istituto Centrale di Restauro di Roma, si fece in tale veste tra i promotori del salvataggio delle opere d'arte danneggiate dall'alluvione di Firenze del 1966.
Dopo essere andato in pensione, nel 1973, venne nominato dalla Città del Vaticano "consulente tecnico per i restauri delle Gallerie e dei Musei pontifici", ed è mentre seguiva in prima persona il restauro degli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina che morì in un incidente nel 1991, a 81 anni, investito nel centro di Roma da una moto di grossa cilindrata.
Il professor Rotondi fu insignito della Medaglia d'Oro al merito Civile con questa motivazione:

«Durante la sua attività di Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte di Urbino, con non comune professionalità e intenso impegno civile, egli operò attivamente, reperendo ed allestendo ricoveri sicuri per considerevole parte del patrimonio artistico italiano posto in grave pericolo dalle barbarie del secondo conflitto mondiale, esponendo in tal modo la propria persona a gravi rischi di ritorsione da parte degli occupanti nazi-fascisti. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di coerente testimonianza in difesa dell'arte e della cultura del Paese tale da suscitare il plauso e l'incondizionata ammirazione del Popolo italiano.»

Dal diario redatto da Rotondi durante l'operazione è stato tratto un libro (L'Arca dell'Arte di Salvatore Giannella e Pier Damiano Mandelli) e un film intitolato La lista di Pasquale Rotondi (che richiama nel nome il film Schindler's List, il noto salvatore di molti ebrei dallo sterminio nazista) prodotto da Rai Educational e dalla Comunità montana di Montefeltro e trasmesso su Rai 3 nella serie La storia siamo noi.

sabato 9 novembre 2013

Festa delle Forze Armate 2013

Conviviale Interclub del 8 novembre 2013
Hotel Vis à Vis - Sestri Levante
Relatore: Gen. Br. (CC) Enzo Fanelli

Da Corpo ad Arma: l’evoluzione ordinativa dei Carabinieri in funzione delle nuove esigenze dello Stato unitario




Nel mese di novembre, come da tradizione, il Rotary dedica una serata alle Forze Armate, invitando qualificati rappresentanti di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato.
Quest'anno, in occasione della riunione conviviale interclub col Rotary Club Rapallo-Tigullio, organizzata nella splendida scenografia dell'Hotel Vis à Vis di Sestri Levante (per inciso, proprio in questi giorni riconosciuto da una prestigiosa rivista internazionale fra gli alberghi più panoramici a livello mondiale), l'ospite d'onore è stato il Generale di Brigata dei Carabinieri Enzo Fanelli, comandante della Legione Carabinieri Liguria, accompagnato dalla signora Marisa.
Fra gli ospiti in sala, oltre all'Assistente del Governatore Ines Guatelli e al Presidente Internazionale dell' IYFR, il nostro socio e Past President (nonché ammiraglio in congedo) Sergio Santi, al Socio Onorario (e Generale dei Carabinieri in congedo) Pietro Pistolesi, intervenuto con la Moglie Franca Amoretti (già Ispettrice Generale della Croce Rossa e nostra ex socia), abbiamo notato la presenza del nostro Past President (e ora socio del R.C. Golfo di Genova, ma anche Presidente della Sezione ligure della Associazione Carabinieri in congedo) Giovanni Cereda.
In rappresentanza delle varie FF.AA. erano pure presenti: il Capitano di Vascello Vincenzo Ciriello, comandante della Scuola telecomunicazioni di Chiavari, con la moglie signora Cristina, il colonnello Alfonso La Franca, Capo di Stato Maggiore del Comando Militare Esercito Liguria, in rappresentanza del comandante,  Generale Francesco  Patrone, il colonnello Carmelo Porcile, direttore dei corsi della Scuola Telecomunicazioni, il colonnello Paolo Aceto, comandante provinciale dei carabinieri di Genova, il Vice Questore Giampiero Bove, comandante del Commissariato di Polizia di Chiavari, con la moglie signora Annamaria, il maggiore Vito Casano, aiutante maggiore della Scuola Telecomunicazioni, il Tenente di vascello Felice Monetti, comandante Circomare di Santa Margherita Ligure, il capitano Cosimo Schina, comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Chiavari,il tenente Gabriele Fabian, comandante della Compagnia Carabinieri di Chiavari.
Ma soprattutto abbiamo avuto il piacere di riabbracciare con affetto Loredana Biolzi Rosi, a pochi mesi dalla scomparsa del suo compianto e indimenticato marito Armando Rosi, nostro grande Past President.
Dopo il doveroso omaggio alle bandiere e i saluti di rito dei Presidenti dei Rotary Club Chiavari-Tigullio e Rapallo-Tigullio, Giovanni Rebaudengo e Guido Gigli, abbiamo gustato una cena come al solito di alto livello nell'atmosfera di classe dello scenografico Ristorante Olimpo.
Quindi il Generale Fanelli, il cui impressionante curriculum è stato soltanto accennato dal Presidente Rebaudengo (sennò avrebbe portato via gran parte della serata) ci ha intrattenuto con una interessante conferenza sulla rapidissima evoluzione e al contributo dell'Arma dei Carabinieri nel periodo a cavallo degli anni che hanno portato alla Unità d'Italia. In particolare è stato sottolineato che l'organizzazione su base territoriale fondata sulle stazioni presenti su tutto il territorio nazionale, e tuttora sostanzialmente in vigore, è stata immaginata, progettata e realizzata proprio in quel periodo storico, in cui i Regi Carabinieri passarono in breve tempo dai circa 3.500 del Regno di Sardegna a quasi 20.000 del Regno d'Italia (oggi per la cronaca sono poco più di 100.000).
Al termine della prolusione, ci sono state alcune domande da parte del pubblico, cui il Generale Fanelli non ha voluto sottrarsi, ricordando infine due delle operazioni più clamorose portate a termine dai Carabinieri in quel periodo storico: l'arresto di Garibaldi, avvenuto proprio a Chiavari e l'arresto di... Pinocchio.
Con questa simpatica citazione e con lo scambio dei gagliardetti si è conclusa la serata, non prima però che Guido Gigli ricordasse di essere nato proprio a Collodi.
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