sabato 17 ottobre 2015

L’andamento della Giustizia penale in Liguria

Conviviale del 16 ottobre 2015
Hotel Monterosa - Chiavari
Relatore: Dott. Michele Di Lecce




Venerdi 16 Ottobre, presso l’Hotel Monterosa in Chiavari si è tenuta una riunione conviviale con il relatore Dottor Michele Di Lecce, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Genova.
Il Dottor Di Lecce si è laureato in giurisprudenza presso l'Università di Napoli con il massimo dei voti e la lode ed è entrato in magistratura nel 1969. Ha inizialmente svolto le funzioni di pretore penale in Milano, dapprima presso una sezione ordinaria e poi presso la sezione penale del lavoro, che è stata la prima sezione specializzata in tale materia operante negli uffici pretorili italiani, contribuendo attivamente alla sua creazione ed organizzazione.
Nell’ottobre 1989 ha assunto la direzione della sezione dei giudici per le indagini preliminari della Pretura Circondariale di Milano, per la prima volta istituita e formata da dodici magistrati, incarico svolto fino alla soppressione degli uffici pretorili. Contemporaneamente é stato per molti anni magistrato referente per l'informatica negli uffici giudiziari del Distretto di Milano e referente nazionale del Sistema Informativo Re.Ge. per la tenuta informatizzata dei registri generali penali.
Dal giugno 2003 a febbraio 2012 é stato Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Alessandria, ufficio che ha richiesto interventi organizzativi e nel quale sono stati raggiunti ottimi livelli di prestazione in termini di qualità e tempestività dell'azione penale.
Dal febbraio 2012 é Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova; al Procuratore riportano quattro Procuratori Aggiunti e trenta Sostituti Procuratori. Quale Procuratore della Repubblica ha l'incarico di Procuratore Distrettuale Antimafia.
Nel ruolo attuale ha gestito procedimenti di grande complessità per fatti di rilevanza, anche nazionale.
E’ autore di numerose pubblicazioni soprattutto in materia di responsabilità colposa ed in particolare in tema di sicurezza ed igiene del lavoro.
Ha partecipato come relatore a convegni e seminari, svolgendo ripetutamente anche il ruolo di docente negli incontri di studio per magistrati periodicamente organizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura e dalla Scuola Superiore della Magistratura.
Quale professore a contratto è stato docente di Diritto Giurisprudenziale del Lavoro presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Pavia e per più anni docente di Diritto Penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Piemonte Orientale; ha tenuto lezioni anche presso l’Università degli Studi di Milano e la S.D.A. della Università Bocconi.
Ha fatto parte di commissioni ministeriali per la riforma del sistema sanzionatorio penale e del diritto penale del lavoro.
E’ giornalista pubblicista dal 1982 e fa parte dei comitati di direzione e redazione di riviste giuridiche e tecniche.
Nel corso della relazione il Dottor Di Lecce ha parlato dell’inquadramento
e dell’andamento dei diversi fenomeni a rilevanza penale nell’area ligure e dell’impatto che questi fenomeni hanno sull’economia. Ha spiegato il funzionamento organizzativo interno e l’importanza delle scelte di politica giudiziaria.
La  serie di domande dei presenti hanno stimolato il Dottor Di Lecce ad approfondire alcuni temi e ha protratto fino a tarda serata l’interessante dibattito che ne è scaturito.

domenica 11 ottobre 2015

Il sommergibile Macallé

Conviviale del 9 ottobre 2015
Hotel Monterosa - Chiavari
Relatore: Ricardo PREVE


Venerdi 9 Ottobre, presso l’Hotel Monterosa in Chiavari si è tenuta una riunione conviviale con Ricardo Preve, regista e documentarista argentino, nella sua lunga esperienza lavorativa ha collaborato con National Geographic, Discovery Channel, Al Jazeera English, Rai-Voyager, PBS e molti altri.
Ricardo durante una spedizione da lui organizzata nel 2014 con la barca di bandiera italiana “Don Questo”, di base a Porto Sudan, nell’isolotto di Barra Musa Kebir nella Repubblica Islamica del Sudan, ha trovato indizi del relitto del sommergibile Macallè della Regia Marina Italiana, affondato il 15 Giugno 1940 durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ci mise quasi un giorno ad inabissarsi e gli uomini ne attesero quasi 10 su di un isolotto, prima di essere salvati.
Alla profondità di 55 metri, nel punto stimato della collisione dell’unità contro la barriera corallina, secondo mappe ed altri documenti trovati nell’Ufficio Storico della Marina Militare, sono stati rinvenuti pezzi metallici, tra cui una parte dell’antenna filare del sommergibile.
Anallizzando la larga ferita presente nel reef, dopo aver studiato le carte nautiche, letto gli atti dell’inchiesta e le testimonianze raccolte nell’estate del 1940, gli ultimi dubbi sono stati fugati: il Macallè è li e riposa almeno 400 metri più in basso, nel buio profondo.
Dalle memorie del diario del sommergibilista silurista Adriano Tovo, che racconta dell’accidentale perdita a bordo di cloruro di metile, un pericolosissimo gas inodore e incolore che serviva a raffreddare la temperatura interna del sottomarino, dei compagni che impazziscono, della sofferenza dei naufraghi “in 45 senza cibo ne acqua, nudi sotto il sole africano, una temperatura che nelle ore più calde raggiungeva i 60 gradi, in 3 dopo aver remato a bordo di una piccola barca per 6 giorni, riuscirono a dare l’allarme, sopravvissero tutti tranne uno, Carlo Acefalo”, il mistero si infittisce.
L’ultimo giorno di spedizione, ha raccontato Ricardo, siamo scesi a terra ed abbiamo trovato piccoli mucchi di conchiglie che corrispondono alle tombe dei pescatori africani, perché questa è l’isola più lontana dalla costa sudanese ed è qui che giacciono i morti in mare. Più lontano, oltre la spiaggia dove l’equipaggio del sommergibile attese i soccorsi, sono spuntate diverse pietre piatte orientate verso l’Italia e i resti di un autorespiratore Davis, lo stesso tipo di quelli indossati dai naufraghi che ne piantarono uno nella sabbia come fosse una croce. Era la tomba del sottocapo Carlo Acefalo.
Una storia nella storia. Carlo, l’eroe sepolto sotto pochi centimetri di sabbia è rimasto lì,protetto dai voli dei gabbiani dal giugno del 1940. C’era la guerra e da allora nessuno ne
ha saputo più nulla.
Ricardo sta combattendo contro la burocrazia, tra ambasciata italiana e governo sudanese con l’obiettivo di rimpatriare la salma di Carlo Acefalo e recuperare un pezzo di storia italiana.
L’affascinante racconto di Ricardo, denso di particolari e di dettagli della missione, ha suscitato forti emozioni nei presenti ed è terminato con un “toccante” video della spedizione. Le domande interessate dei Soci hanno chiuso la serata.

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