domenica 26 febbraio 2012

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa


Conviviale del 24 febbraio 2012
Hotel Nettuno - Sestri Levante
Relatore:  Dottoressa Giovanna Schmid
"Il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la protezione delle vittime dei conflitti armati"

Venerdì 24 febbraio si è svolta la consueta serata conviviale presso l'Hotel Nettuno di Sestri Levante dove il nostro club ha avuto il piacere di ospitare la Dottoressa Giovanna Schmid della Croce Rossa Internazionale.


La dottoressa Schmid da più di dieci anni lavora per il Comitato Internazionale della Croce Rossa per il quale ha svolto molto lavoro sul campo dedicandosi a numerosi progetti per la protezione delle popolazioni civili nei conflitti armati, compiendo visite a prigionieri e negoziati diplomatici con i comandanti delle forze armate e i rappresentanti dei governi, in particolare in Kosovo, Ruanda, Afghanistan, Guantanamo, Liberia, Etiopia, Pakistan e DRC. Attualmente è Vice capo della divisione Protezione e Central Agency Tracing.

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha tra i suoi compiti principali quello di lavorare al perfezionamento del Diritto internazionale umanitario (D.I.U.), alla comprensione ed alla diffusione delle Convenzioni di Ginevra e di prepararne l'eventuale sviluppo. Le Convenzioni di Ginevra del '49 e i due Protocolli aggiuntivi sono nati, infatti, da progetti del Comitato così come quella prima Convenzione di Ginevra del 1864.

Sempre legato al Diritto internazionale umanitario, un altro compito del C.I.C.R. è la diffusione delle norme del D.I.U. La conoscenza del Diritto internazionale umanitario da parte di tutte le persone protette costituisce, infatti, una condizione indispensabile perché questo diritto sia rispettato. Una delle cause non ultime della violazione delle sue norme è, infatti, la non conoscenza delle stesse da parte di coloro che dovrebbero metterle in pratica.

In caso di conflitto, sulla base del D.I.U. e grazie ai suoi principi di neutralità ed imparzialità, il Comitato Internazionale della Croce Rossa esercita una funzione di intermediario tra le vittime dei conflitti armati e gli Stati; ed in particolare:

  • ha il compito fondamentale di fornire protezione e assistenza alle vittime dei conflitti;
  • ha la possibilità di intrattenersi con i prigionieri di guerra e con gli internati civili senza testimoni, al fine di accertarne le condizioni, intervenendo presso la Potenza detentrice se queste non sono idonee;
  • raccoglie notizie sui prigionieri di guerra, sui feriti e sugli internati civili e le trasmette ai familiari. Lo stesso compito viene svolto dal C.I.C.R. tra gli abitanti di una zona occupata ed i loro parenti che si trovano dall'altra parte del fronte;
  • organizza e convoglia soccorsi per le popolazioni civili dei territori occupati quando la Potenza occupante non è in grado di procurare sufficienti mezzi di sostentamento essenziali alla popolazione, vigilando che questi siano realmente distribuiti;
  • offre i suoi servigi per facilitare l'istituzione di zone e località sanitarie e di sicurezza;
  • può fungere da Potenza Protettrice per salvaguardare gli interessi delle Parti in conflitto;
  • offre i propri servigi alle Parti in caso di conflitto armato a carattere non internazionale.


domenica 19 febbraio 2012

Bio feedback: il rapporto tra mente e corpo


Conviviale del 10 febbraio 2012
Hotel Nettuno - Sestri Levante
Relatore:  Prof. Dott. Marco A. Villamira

In presenza di un gruppo di soci, inaspettatamente numeroso per essere stata, quella del 10, una serata ventosa e gelida come non si ricordava da decenni e che non avrebbe indotto nessuno a mettere il naso fuori di casa, si è svolta a Sestri Levante la serata statutaria del nostro club con l’attesa conferenza del prof. Marco A. Villamira. Unico ospite (di Napolitano) l’ing. Maurizio Bedina.
La scelta del Ristorante Nettuno, in sostituzione temporanea del Monte Rosa, chiuso sino a fine febbraio, rappresentava un esperimento. Per la qualità e raffinatezza culinaria e l’eleganza dell’ambiente, il test è stato brillantemente superato. Non altrettanto si può dire, purtroppo, per la predisposizione dell’audio. I microfoni e altoparlanti erano totalmente assenti nel salone, tanto che la conferenza ha dovuto essere svolta a viva voce. Anche il previsto collegamento internet è venuto a mancare.
In assenza del Presidente Mario Cappetti, ha svolto la sua funzione l’incoming Fabio Nardi mentre a presentare il relatore ci ha pensato Roberto Napolitano.

Prof. Marco Alessandro Villamira, MD PhD, medico, chirurgo, specialista in Psicologia Clinica e Anestesiologia e Rianimazione, psicoterapeuta, Professore Ordinario di Psicologia Generale presso le Università di Genova e di Milano.Lunga attività di ricerca e didattica presso Università ed Enti di ricerca stranieri: Germania, Russia, Regno Unito, USA, Canada. Aree di ricerca: neuropsicologia, psicofisiologia, psicologia della pomunicazione, psicoterapia. Più di 100 sono le sue pubblicazioni scientifiche e una decina di volumi monografici.

Il prof. Villamira ha esordito facendo una breve sintesi della storia delle ricerche sulla  psiche applicata alla scienza partendo dagli antichi greci, passando per Galileo e terminando con i più recenti mostri sacri della psicoanalisi come Freud e Jung.
Prima di proseguire nella sua relazione, il prof. Villamira ci ha sottoposti  ad un divertente test sulla capacità di osservazione. Veniva proiettato un filmato (senza sonoro, naturalmente!) dove si notava un gruppo di giovani che si scambiavano delle palle. I presenti erano invitati a contare quanti passaggi venivano effettuati tra i ragazzi nei 25” di proiezione. Al termine ognuno di noi dichiarava i conteggi più disparati e discordanti. Quasi nessuno si era accorto che nella scena, in mezzo ai giocatori, era transitato uno scimmione che, dopo tanto di autobattitura di petto, si era tranquillamente allontanato. Questo test voleva dimostrare gli scherzi della mente e l’inaffidabilità delle testimonianze visive.

mercoledì 1 febbraio 2012

La Mensa dei Liguri


Conviviale del 27 gennaio 2012
Yacht Club Chiavari
Relatore:  Dott. Paolo LINGUA
"La mensa dei liguri. Storia di una cucina diversa"

La seconda serata conviale dell'anno si è svolta nuovamente lo Yacht Club di Chiavari, ed ancora una volta il tema della serata è stato gastronomico. 
Infatti il relatore Dottor Paolo Lingua oltre ad essere un valente giornalista genovese che ha lavorato al “Secolo XIX” a “La Stampa” e che attualmente dirige la testata giornalistica di Telenord  è anche coordinatore territoriale per l’Accademia Italiana della Cucina. Proprio in quest'ultima veste è venuto a presentarci il suo ultimo libro "La mensa dei Liguri. Storia di una cucina diversa" in cui racconta la storia della cucina Ligure dal medioevo ai giorni nostri. 



La cucina genovese viene definita una cucina "diversa" perché si sviluppa al di fuori del mondo agricolo. A partire dal medioevo la sua gastronomia si costruisce intorno al porto e ai suoi scambi. Mentre nel resto d’Europa si mangia carne abbrustolita, a Genova già si conosce l’arte di impastare, dei ripieni, l’uso delle spezie e delle erbe… Il genovese, cosmopolita nel costume finanziario, lo è anche quando si mette a tavola.
Fatta eccezione per la Lunigiana che è un territorio di confine con una cucina a sé stante, quella delle Cinque Terre e del Levante è molto influenzata da Genova. Differentemente dal resto della Liguria, nel Ponente l’agricoltura ha avuto un ruolo determinante, anche grazie all’orografia del territorio. Inoltre la vicinanza con Francia e Piemonte ne ha influenzato i sapori, che qui sono più forti e marcati.
Tra le tante curiosità emerse durante la relazione ce n'é anche una riguardante il pesto definito "misterioso" in quanto non si sa bene contestualizzare la sua nascita e diffusione, anche se dovrebbe essere collocata a metà del XIX secolo. La sua origine potrebbe anche essere il frutto di una variazione della salsa di noci, a cui è stato aggiunto del basilico…
Un'altra curiosità è che contrariamente a quanto verrebbe naturale pensare il pesce sulla tavola dei liguri arriva tardi, anzi “il pesce alla ligure non è mai esistito” perché i liguri non sono un popolo di pescatori, il pesce rappresenta un boom alimentare legato al turismo che poi si è sviluppato con l’immigrazione dal Sud a metà del XIX secolo. Il pesce che si mangiava era d’acqua dolce oppure il merluzzo importato dal mare del nord.
Ma la quintessenza della cucina ligure è il fungo: gustoso, facilmente reperibile e soprattutto… sempre gratis.
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